Tiziano Terzani al Festivaletteratura 2002: semplicemente profetico

 

“Spero che non avrete occasione di ricordare quello che dico: l’Iraq vuol dire poi attaccare l’Iran; Sharon, il premier israeliano, ha già detto che il vero cattivo della regione è Gheddafi, per cui poi avremo a che fare con la Siria e questo gioco non finirà mai. Non facciamoci più ingannare, ragioniamo e cominciamo a guardarci dentro per arrivare a quella conclusione che spero capirete, a cui mi pare di essere arrivato: non c’è soltanto da viaggiar fuori ma anche da viaggiar dentro e la guerra non è soltanto fuori e forse le vere radici della guerra non sono fuori di noi. La religione, l’economia, le bandiere, il nazionalismo sono le scintille che fanno scoccare le guerre, ma nel fondo l’uomo ha le radici della violenza dentro di sé, nelle proprie passioni, nella propria voluttà, nel proprio desiderio, nella propria arroganza. Se noi mettessimo sotto controllo quelle passioni o semplicemente ci rendessimo conto che abbiamo quelle passioni e con ciò una prima forma di controllo che viene a mettersi in atto, faremmo un passo importantissimo sulla via di eliminare la violenza anche fuori.”

[wl_faceted_search][wl_navigator]Sono, ascoltate oggi, parole davvero profetiche quelle pronunciate a Mantova, nel settembre 2002. Al Cortile della cavallerizza, nel Palazzo Ducale di Mantova, c’è l’incontro con Tiziano Terzani organizzato dal Festivaletteratura. E’ reduce dall’Himalaya: è tornato lì dopo aver fatto un giro forsennato per l’Italia, sei mesi prima, per presentare le Lettere contro la guerra, l’unico libro cui aveva dedicato tante energie per le presentazioni.
Quello di Mantova sarebbe stato il suo ultimo incontro pubblico, il più affollato di sempre. Da lì ripartirà per New York dove saprà che la sua malattia non è stata debellata e tornerà a scrivere il suo viaggio dentro se stesso e la sua malattia, con Un altro giro di giostra.


Il filmato dell’evento mantovano, che realizzai per la rubrica Incontri di  Rainews24 e ora è nelle Teche Rai, ci rimanda le immagini di un Terzani che in piedi inquadra come in una panoramica il migliaio di partecipanti, poi, tra lo stupore di tutti, si siede a gambe incrociate sul tavolino di legno, vince l’emozione e comincia a parlare di guerra e di pace.

Anche in questo momento – dice – tutti mutiamo, il mio chiacchierare mi fa mutare, il mio chiacchierare fa mutare voi, perché quella commozione che mi avete dato portandomi alle lacrime entrando, volete che non mi abbia in qualche modo, non vi abbia toccato da qualche parte che mi rimane come seme per come mi comporterò stasera?”

In queste sue parole c’è il senso degli incontri più veri tra autori e pubblico: la percezione, da parte degli scrittori, delle emozioni che i libri trasmettono; e la ricerca, da parte dei lettori, di una conoscenza e di una comprensione della persona dello scrittore, al di là delle pagine scritte.

Era il primo anniversario dell’11 settembre, che ricordò così:

“Non è come la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki di cui leggemmo, di cui vedemmo una fotografia, di cui ci è stato raccontato a scuola. L’11 settembre tutto il mondo l’ha visto, non una volta ma dieci, cento volte dinanzi. Ed era facile immaginarci che a quella orribile violenza noi, dico noi tutti, gli americani, l’Occidente, avremmo reagito con una uguale e forse superiore violenza e che gli altri, prima o poi, risponderanno con una superiore violenza e noi andremo ancora con la violenza. E alla fine? Rimarrà qualcuno ancora ad usare la violenza? Non è questa una buona[wl_navigator][wl_faceted_search] occasione per fermarci, riflettere e prendere un’altra via, quella della non violenza, reinventando i modi della non violenza?”

Terzani va sempre non solo riletto, ma anche riascoltato, ogni volta che sia possibile. Perché la sua passione, come la sua capacità narrativa, era (lo è ancora oggi, più che viva) nella sua voce che modulava come su uno spartito musicale, con i “fortissimo” e i “pianissimo”, con una capacità di ragionare e argomentare,  che oggi è diventata qualità sempre più rara.

In omaggio alla sua grande capacità, ancor oggi, di parlare a persone di tutte le età, rimandiamo anche agli altri due video già pubblicati sul nostro sito.  (l.m.)

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TIZIANO TERZANI: “UNA BUONA OCCASIONE”

Un altro giro di giostra: un libro di guarigione. Un ricordo e la sintesi in 12′

Città Isaura

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