Agassi, campione di vita. Open, un libro da non perdere

Erano anni che un libro non mi coinvolgeva così. 500 pagine divorate in tre giorni e il dispiacere che sia finito. Non vi interessa il tennis? Non importa. Sapete a malapena chi è Andre Agassi? Non importa. Io non vedo una partita di tennis da quando era in chiaro sulla Rai (30 anni fa? forse), sapevo che era stato un campione un po’ bizzoso e basta. Ma avevo letto un’ottima recensione anni fa (il libro è del 2011), l’avevo comprato e messo lì. E’ straordinario. Un vero romanzo di formazione. Scritto divinamente. Non a caso Agassi ha chiamato il premio Pulitzer J.R. Moehringer perché ne ammirava la scrittura (Il bar delle grandi speranze) e gli ha chiesto di aiutarlo. Cosa che ha fatto, certamente ben pagato ma senza volere il suo nome in copertina, trasformando una vita assurda e romanzesca in un libro coinvolgente (non trovo altro aggettivo).

Gioco a tennis per vivere, anche se odio il tennis, lo odio di una passione oscura e segreta, l’ho sempre odiato. Quando quest’ultimo tassello della mia identità va al suo posto, scivolo sulle ginocchia e in un sussurro dico: Fa’ che finisca presto.
E poi: non sono pronto a smettere.

Poche righe dalla prima pagina per introdurre all’argomento: il figlio di un padre ossessivo e ossessionato, con tratti di vera pazzia, che si mette in mente che suo figlio deve diventare il numero uno al mondo. E a sette anni Andre palleggia controvoglia mattina e pomeriggio con una macchina lanciapalle che il padre gli ha costruito come un drago ben più alto di lui per fargli colpire 2500 palle al giorno, 1 milione l’anno. E a cui non si può ribellare.
Ma questo è solo l’inizio. si entra in questa storia e si diventa Agassi, le sue fobie, le sue contraddizioni, l’odio per la scuola, il percorso accidentato che lo porta a essere il numero uno al mondo per dire ai giornalisti “E’ una bella sensazione essere il migliore possibile” e a se stesso “E’ una bugia. Non è affatto ciò che provo. E’ ciò che vorrei provare. E’ ciò che si aspetta che provi, quello che mi dico di provare. Ma in realtà non provo niente. ” La costruzione di un’immagine che ne fanno i media distante mille miglia da quello che è lui, un matrimonio con l’attrice Brooke Shield fatto e disfatto in due anni, l’andata e ritorno dalle stelle alle stalle, l’impegno, cuore e anima, a costruire una propria accademia di tennis dove l’istruzione che lui ha avuto conti più di tutto e aiuti i bambini disagiati, l’incontro toccante con Nelson Mandela e mille altre cose che non vanno rivelate finché non si leggono di persona, compreso il matrimonio felice con Steffi Graf (padre identico al suo). Una vita da conoscere, un libro da leggere. Grazie Andre, grazie Moehringer.[wl_faceted_search][wl_navigator]

Città Isaura

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