Aria sana in territorio sano: i Borghi del respiro
Fra le prime adesioni alla Carta del respiro c’è quella dei Borghi del respiro.
L’idea di questa associazione di Comuni parte da lontano. Dal 2000, quando per una settimana L’Aquila diventò Cittadella del respiro, grazie allo pneumologo aquilano Vincenzo Colarizio, dell’Associazione pneumologi ospedalieri. Seguirono negli anni successivi le Giornate del respiro, dedicate in modo particolare ai pazienti affetti da malattie respiratorie. Si arrivò nel 2016 all’elaborazione di una Carta dei diritti del malato respiratorio, a Nocera Umbra, dove l’allora assessore alla cultura Luciano Morini attivò alcuni incarichi di ricerca sulla qualità dell’aria e sulle forme per migliorarla e valorizzarla (dalla mappatura degli agenti allergenici della città al divieto di fumare all’aperto all’organizzazione di passeggiate per tutti in ambiente naturale) coinvolgendo in primo luogo il Centro di ricerca di Politiche agricole e bioeconomia (CREA).
(Tione negli Abruzzi)
Nacque in quell’anno l’idea di allargare l’ambito geografico e collegarsi ad altri comuni mettendo il respiro (di aria sana in territorio sano, appunto) al centro dell’attenzione di una parte più ampia di popolazione. E’ stato solo nel 2020 però che, dopo la prima ondata della pandemia, si sono determinate le condizioni per creare un collegamento fra diversi comuni, costituendo una associazione, di cui è presidente lo stesso Luciano Morini, e firmando un Patto per il respiro. I Comuni che sottoscrivono il patto riconoscono “l’impegno a promuovere la protezione della natura, l’aria e a stimolare la permanenza e il ritorno della gente ad abitare e visitare questi luoghi, per un turismo sostenibile che coinvolga cittadini, associazioni locali, operatori economici e turisti a tutela del benessere respiratorio”. Per aderire i Comuni devono avere come requisiti un grado di urbanizzazione ridotto, un numero di residenti non eccessivo, devono essere in un contesto paesaggistico naturalistico/agrosilvopastorale e di interesse turistico. Inoltre devono essere classificati come paesi di collina o montagna e avere una qualità dell’aria delle migliori classi di appartenenza sulla base di monitoraggi previsti da norme ministeriali.
I Comuni già riconosciuti come Borghi del respiro appartengono fin qui a quattro regioni (Abruzzo, Marche, Umbria, Emilia-Romagna) e sono, con gli ultimi riconoscimenti di questo mese, ventuno: Scanno, Tione degli Abruzzi, Rocca di Mezzo, Rocca di Cambio, Fontecchio, Lucoli, Secinaro, Marano de’ Marsi (Magliano dei Marsi, Civitaretenga (Novelli), Sante Marie, Villa Sant’Angelo ; Nocera Umbra, Sigillo, Cascia, Otricoli, Passignano sul Trasimeno; Amatrice, Leonessa, Cittareale, Paganico Sabino; Bagno di Romagna.
Un comitato scientifico ha il compito di vagliare le candidature e seguire il progetto basato sul cardine di “aria sana in territorio sano”. Viene richiamato, fra i principi di base, quello affermato con chiarezza nell’enciclica Laudato si’: “Non si addice agli abitanti di questo pianeta vivere sempre più sommersi da cemento, asfalto, vetro e metalli, privati del contatto fisico con la natura”. Una visita al sito Borghi del respiro fornisce insieme un quadro più completo, non solo con le parole, ma con le immagini dei borghi aderenti.
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