Genius Loci. Il monologo di Sista Bramini e le immagini della Sila

Il monologo che Sista Bramini recita in questo video è la parte iniziale del suo spettacolo Miti d’acqua di Ovidio. (Il testo integrale segue dopo il video)

“Ci sono luoghi che hanno un’anima, uno spirito che li abita. Gli antichi lo chiamavano il Genius Loci: lo spirito del luogo. Ma ogni luogo naturale è un’irripetibile alchimia di colori, suoni, odori, sapori. Ogni paesaggio ha il suo proprio ritmo, il suo carattere; espone o nasconde delle sue tracce del passato e ci viene incontro con significati che sono solo suoi. Gli antichi sapevano bene che, per sperare di vivere in modo armonioso in un luogo, bisogna ascoltarlo, entrare in contatto col suo Genius, trovare- per così dire- il modo di ingraziarselo. Per questo avevano sviluppato una vera e propria sapienza vissuta che affinavano e tramandavano di generazione in generazione. Noi abbiamo scelto la via della mediazione tecnologica e abbiamo abbandonato quella della relazione diretta con la natura e cioè con la realtà, e per questo in noi, quegli organi sviluppati in secoli e secoli, adatti a captare i segni del genius di un luogo, sono ormai, da cinquant’anni a questa parte, quasi completamente atrofizzati. Ma forse qualcosa in noi è restato di quella antica sapienza, come un’eco lontana… come  quei sentieri che incontriamo nei boschi coperti dai rovi e sappiamo che, con un duro lavoro, ma forse potrebbero essere riaperti… potrebbero condurci ancora nel cuore del bosco. Mi riferisco ad alcune strane sensazioni che ci colgono, ad esempio, quando arriviamo in un luogo naturale in cui non eravamo mai stati prima… in certi luoghi, quasi prepotente, sale in noi il desiderio  di tacere, ascoltare… in certi luoghi invece ci sentiamo come pervasi da una energia fresca che ci mette voglia di fare, di agire. Ci sono dei luoghi, ne converrete con me, che addirittura ci sfidano: ad arrampicarci, a immergerci, ad attraversarli… e ci sono luoghi, specie in alcune ore del giorno, che sembrano quasi volerci rapire a noi stessi suscitandoci una nostalgia… non sappiamo più di che. E ci sono luoghi, con i loro paesaggi primordiali che sembrano volersi mettere in contatto con zone molto antiche dentro di noi, quasi voler dialogare con i nostri antenati in noi. Quanto gli antichi scoprivano qualcosa di veramente interessante sul genius di un luogo e volevano tramandarlo alle generazioni future, l’affidavano al linguaggio del rito, alle parole del mito, e siccome noi quel linguaggio non lo comprendiamo più così bene spesso i miti li abbiamo travisati, presi un po’ troppo alla lettera o alla leggera. Ma gli artisti di ogni epoca hanno sempre intuito che nei miti si nasconde qualcosa di veramente necessario per il genere umano e non hanno mai smesso di riscriverli, raccontarli, dipingerli, scolpirli, musicarli… e noi, pur non comprendendoli più così bene, non abbiamo mai perduto il desiderio di ascoltarli.”

Il video fa parte delle Gemme d’autore realizzate con la Federparchi. Le immagini contenute nel video sono state realizzate nel Parco Nazionale della Sila. Si ringrazia la Direzione del Parco per la concessione delle immagini.

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Città Isaura

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