Il senso del respiro a Radio3 Suite Magazine: Cederna, Cottinelli, Ziano

Una riflessione a tre voci sul respiro è stata al centro della trasmissione Radio3 Suite Magazine del 6 dicembre (si può ascoltare qui), condotta da Stefano Valanzuolo, a cura di Stefano Roffi. Il conduttore ha scelto, per presentare Il senso del respiro, tre degli autori: una musicista, Cecilia Ziano, un fotografo, Vincenzo Cottinelli, e un attore e scrittore, Giuseppe Cederna, che hanno dato vita a un dialogo vivo e interessante di tre esperienze e punti di vista solo apparentemente lontani.


Curiosamente le loro storie artistiche e professionali si erano già incrociate da tempo: Cederna aveva dato vita a uno spettacolo su Schubert e Leopardi con il quartetto Lyskamm di cui Cecilia Ziano è primo violino. (“Per un attore che legge sedersi tra la ragnatela di sguardi, di respiri, di tensioni, di perfetta armonia di un quartetto è stata un’esperienza straordinaria che non dimenticherò mai”).

Vincenzo Cottinelli, che a sua volta è “morbosamente appassionato di musica da camera e di quartetti”, aveva incontrato lo stesso Cederna una trentina di anni fa, messo in collegamento dall’amicizia con Grazia Cherchi e i ritratti di Giuseppe e di sua zia Camilla, famosa giornalista milanese, erano entrati nel suo primo libro.

Nel programma i tre autori testimoniano l’esperienza particolare derivata dallo stimolo a raccontarsi attraverso il respiro.

Nel percorso di avvicinamento a un pezzo – dice Cecilia Ziano – il respiro è fondamentale perché è il nostro orologio, quello che dà la misura di tutto, chi sei e come ti senti. Spesso è sottovalutato, è una parte del lavoro difficile da raggiungere. Occorre che anche nella formazione dei giovani musicisti si consideri il respiro come gesto musicale.

Vincenzo Cottinelli racconta come – dopo aver pensato a uno scherzo, di fronte alla richiesta di scrivere del “respiro della fotografia” – si sia poi divertito a raccogliere la provocazione e “a giocare con l’idea che dietro la grande storia della fotografia c’è un discorso sul respiro, che riguarda il fotografo, il soggetto della fotografia, ma anche l’ontologia respiratoria della macchina fotografica, che respira non aria ma fotoni. E la stessa carta fotografica, al di là delle apparenze, ha una sua forma di respiro”.

Giuseppe Cederna ha ricordato le resistenze e la difficoltà di raccontare il respiro, specie quando lo si è perso, come è accaduto un po’ a tutti in questa situazione. “Avevo perso il lavoro, cercavo di capire come reagire. Mi dicevo. ‘Il respiro non ce l’ho’. Poi una sera ho visto un topolino che attraversava la strada disperato e me lo sono immaginato respirare sotto una Panda, aveva avuto il coraggio di attraversare il Lungotevere a Roma e mi sono detto: ‘se ha avuto il coraggio lui devo avere il coraggio anch’io di fare qualcosa. Ho avuto l’idea di raccontare cosa mi era successo in un’isola greca dove, Ospite di una famiglia greca, dove avevo ritrovato il respiro, il piacere di scrivere di nuovo, tagliando il grano ed ascoltando il suono della falce, che non avevo mai preso in mano”.

Per acquistare il libro e leggere i capitoli scritti da questi tre autori, con gli altri trenta, si può farlo dal sito della casa editrice Castelvecchi.

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Città Isaura

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