IT.A.CÀ, festival del turismo responsabile, diffonde la Carta del Respiro
Itaca, meta del viaggio di ognuno di noi, per il ritorno a casa, a partire dal primo viaggiatore mitico della cultura occidentale, Ulisse. Ci fa grande piacere che fra le prime adesioni alla Carta del Respiroproposta da La città di Isaura ci sia quella di un‘associazione (qualcosa in più forse)che riprende questo nome, con qualche elemento in più: IT.A.CÀ, migranti e viaggiatori, festival del turismo responsabile, giunto quest’anno alla tredicesima edizione, che quest’anno ha scelto come tema proprio il diritto di respirare.
L’adesione è avvenuta con questo ampio post sul sito dell’Associazione, in cui si spiega molto bene cosa intende per “diritto di respirare”: «Diritto di respirare è la risposta della rete del festival all’emergenza in atto: per ricordare a tutti che esistere non è avere o possedere, ma significa semplicemente respirare. Ed è un diritto fondamentale della Terra, degli esseri che la abitano, delle nostre esistenze.»
Abbiamo parlato con i due co-fondatori del Festival Pierluigi Musarò, professore associato in Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Bologna, direttore del Festival e Sonia Bregoli, educatrice all’Arci di Bologna, responsabile nazionale comunicazione di IT.A.CÀ.
«IT.A.CÀ – dice Pierluigi Musarò – è il primo e unico festival in Europa che si occupa di turismo responsabile e innovazione turistica in un’ottica sostenibile, coinvolgendo una ricca rete di attori locali, nazionali e internazionali. La finalità più generale è quella di promuovere forme di turismo che non danneggino i territori locali e le persone che li abitano, ma al contrario ne incrementino la prosperità. Ogni anno lo facciamo attraverso un tema diverso, capace di creare comunità di riflessione e di azione concreta come, ad esempio, il Turismo Sostenibile per lo Sviluppo, l’Accessibilità Universale, ma anche il tema della Restanza, della Biodiversità, e quest’anno il Diritto di Respirare. Un tema che viene poi declinato in diverse tappe sul territorio nazionale e costituisce il fil rouge che accomuna centinaia di eventi ed attività realizzate nei diversi territori.»
Il festival nacque nel 2009 come progetto locale da Bologna sul tema del viaggio. Ad oggi è promosso dall’Associazione Yoda e da Nexus Emilia-Romagna in collaborazione con una rete eterogenea nazionale che coinvolge oltre settecento realtà fra enti, associazioni, ONG, istituzioni locali, si va dalle piccole aziende al volontario al viaggiatore stesso.
IT.A.CÀ ha un doppio significato perché – spiega Sonia Bregoli – «quando abbiamo iniziato i primi passi, non abbiamo pensato solo all’isola di Ulisse. Ma “It a cà” in dialetto bolognese vuol dire “sei a casa”. L’idea era proprio quella di promuovere quel turismo di prossimità, quel “viaggio a casa” che con la pandemia siamo stati costretti tutti a vivere. Il senso è invitare tutti a scoprire luoghi e culture attraverso itinerari a piedi e a pedali, workshop, seminari, laboratori, mostre, concerti, documentari, libri e degustazioni per lanciare un’idea di turismo più etico e rispettoso dell’ambiente e di chi ci vive. Un cammino unico in tanti territori diversi, per coniugare la sostenibilità del turismo con il benessere dei cittadini.»
Con gli anni l’idea ha viaggiato con successo, coinvolgendo attivamente realtà locali di tutta Italia che organizzano singole iniziative e, con un sistema che rispetta pienamente le autonomie di chi organizza gli eventi, si è data una sala-regia composta dai coordinatori di tutte le tappe che nell’arco dell’anno si incontrano, si confrontano, progettano e scelgono un tema che quest’anno è appunto “il diritto di respirare”.
L’Associazione lo considera un tema attuale e trasversale «perché parla di respiro come diritto, oltre che come bisogno. Quel respiro che manca al corpo quando malato di covid-19, ma anche quando attraversa la città inquinata, rincorrendo ritmi frenetici, performando in apnea. Respiro come pausa e presenza, lento fluire della vita dentro e fuori ogni essere vivente. Si pensi alla mancanza di respiro del corpo sociale troppo oppresso dall’asfissia del capitalismo che toglie ossigeno con l’avanzata della crescita e del profitto.»
Quest’anno il programma, partito da Padova a fine maggio, prevede tappe in sedici regioni fino ai primi di novembre e in ogni tappa si sceglierà il modo migliore per declinare i temi di questo diritto. Qui il link al programma completo dell’anno, in costante aggiornamento.
«Siamo partiti – dice ancora Sonia Bregoli – non soltanto per l’idea del momento che stiamo vivendo e di questa pandemia che ci toglie il respiro, ma perché siamo consapevoli che in un momento storico come questo bisogna decidere da che parte stare. E noi abbiamo deciso di stare dalla parte dell’ambiente, della natura, per continuare a sensibilizzare e mandare messaggi su quanto sia importante preservare il nostro ambiente. Sono anni che le nuove generazioni scendono lungo le strade e e gran parte dei giovani si stanno rendendo conto che bisogna salvaguardare il nostro pianeta. E questo si collega ai temi della sostenibilità, a preservare le aree interne, a promuovere il turismo responsabile.»
«Ambiente e innovazione sociale – continua Pierluigi Musarò – sono alla base di un festival che si configura come nuovo civismo: cittadini attivi che trovano il tempo, l’attenzione e l’energia richiesti per partecipare. IT.A.CÀ è un grande laboratorio in cui ha luogo una sperimentazione a più voci su come procedere verso uno sviluppo sostenibile. Un esperimento di democrazia partecipativa, o meglio progettuale, dove non solo si discute di cosa fare, ma si fa anche ciò di cui si è discusso, in un’ottica di ricerca azione circolare.»
IT.A.CÀ aderisce all’associazione italiana turismo responsabile (AITR) di cui condivide i principi, ovvero “riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori.”
Ai viaggiatori, come si vede nella sua stessa denominazione, accosta i migranti che, pur viaggiando in maniera diversa dagli altri, lasciano il loro Paese per cambiare la propria situazione economica, per migliorare la propria vita resa impossibile a causa di guerre, di povertà o di calamità. L’immigrazione è vista come un fenomeno naturale la cui definizione è politica, e i migranti sono intesi come risorse e non problemi, anche perché possono essere anche una fonte di sviluppo positiva per lo sviluppo dei nostri territori.
Benvenuti con noi, dunque, viaggiatori singoli e associati.
E, per rafforzare il nostro legame con il festival (e a proposito di connessioni naturali), ci piace rimandare al video in cui Alessandro Bergonzoni, in occasione della presentazione del programma del Festival 2021 legge la sua Ode al terzo polmone, che altro non è che il testo del capitolo che ci ha scritto per Il senso del respiro.
[wl_navigator][wl_faceted_search]