La cipolla di Wislawa Szymborska

LA CIPOLLA

La cipolla è un’altra cosa.
Interiora non ne ha.
Completamente cipolla
fino alla cipollità.
Cipolluta di fuori,
cipollosa fino al cuore,
potrebbe guardarsi dentro
senza provare timore.

In noi ignoto e selve
di pelle appena coperti,
interni d’inferno,
violenta anatomia,
ma nella cipolla – cipolla,
non visceri ritorti.
Lei più e più volte nuda,
fin nel fondo e così via.

Coerente è la cipolla,
riuscita è la cipolla.
Nell’una ecco sta l’altra,
nella maggiore la minore,
nella seguente la successiva,
cioè la terza e la quarta.
Una centripeta fuga.
Un’eco in coro composta.

La cipolla, d’accordo:
il più bel ventre del mondo.
A propria lode di aureole
da sé si avvolge in tondo.
In noi – grasso, nervi, vene,
muchi e secrezione.
E a noi resta negata
l’idiozia della perfezione.

Questa poesia, letta per le Pillole di gioia da Ottavia Piccolo, era tra quelle preferite da Wislawa Szymborska. Era tra quelle che lei stessa amava leggere in pubblico. La cipolla fa parte della raccolta Grande numero, pubblicata nel 1976, contenuta a sua volta in La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), tradotte e a cura di Pietro Marchesani, Adelphi, 2009.

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Città Isaura

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