Susan Vreeland: i quadri che raccontano storie

“I miei colori sono le mie parole. I colori sono parole e io cerco di combinarli in modo che mostrino le emozioni che stanno dietro il quadro e i personaggi del quadro. Ogni dipinto ha dietro di sé una storia silenziosa e noi dobbiamo esaminare con calma e con attenzione il quadro per vedere quale può essere quella storia. Poi esercitiamo la nostra immaginazione per concepire i personaggi, il dramma, la storia, l’interazione tra i personaggi e anche l’interazione tra lo spettatore e il quadro e con il lettore di un passaggio che riguarda un quadro.”

https://www.teche.rai.it/2022/01/susan-vreeland-i-quadri-che-raccontano-storie/

Susan Vreeland (1946-2017), scrittrice americana nota in Italia soprattutto per il romanzo La passione di Artemisia (Neri Pozza editore), aveva una particolare predilezione per trasformare in storie le opere d’arte e la biografia degli artisti (donne soprattutto) che le avevano create. L’incontro con lei, per la rubrica di Rainews24, risale al Festivaletteratura di Mantova del 2004.
«Credo che la mia missione – diceva tra l’altro – sia quella di portare delle vite del passato nel presente. Nel presente la gente vede i personaggi del passato, che hanno vissuto alcune delle stesse sfide che noi affrontiamo oggi. Così ci può essere un collegamento tra diverse epoche. Mi pare che in America si faccia attenzione solo a tutto ciò che è contemporaneo e la mia missione è cercare di portare le persone al di là di questo, a esplorare altri periodi, altre culture, per avere una comprensione umana di tipo fraterno.»
Motivava così la sua scelta di lavorare in modo particolare sulla storia dell’arte europea: «Molti dei valori e della cultura degli Stati uniti sono separati dall’Europa, ma negli Stati uniti c’è molta gente come me, che trova che un romanzo ambientato in Europa abbia quasi il mistero e le qualità esotiche che non abbiamo nei romanzi ambientati nel nostro Paese. E poi una scrittrice come me può esplorare altre epoche storiche. Io credo che gli americani abbiano sete di conoscenza sull’Europa, ma preferiscono trovarla nella narrativa, in un romanzo, piuttosto che in un libro di storia, che percepiscono come troppo povero. Amano di più le storie drammatiche, cercano il dramma, il conflitto, il personaggio e il romanzo può dargli tutto questo, presentandogli allo stesso tempo la ricca cultura dell’Europa.» La versione integrale dell’intervista scritta si può leggere in questa pagina delle Teche Rai.

 

Brani scelti da La passione di Artemisia

(traduzione di Francesca Diano)

Come un pittore che veste le figure vissute nei secoli passati secondo la foggia del suo tempo così anch’io ho cercato di rendere la figura di Artemisia Gentileschi attuale per il lettore di oggi, a tre secoli e mezzo di distanza, ma senza nulla sottrarre all’animo e alle passioni della reale Artemisia (1593-1653) per la quale la storia celata dietro l’arte fu sempre viva.

«Pensa alla tua Susanna e i Vecchioni. Quando quel dipinto sarà famoso tutti conosceranno la tua innocenza come perché in quel dipinto tu hai saputo rivelare il timore di Susanna di fronte alle laide occhiate di quei due uomini, la sua vulnerabilità e la sua paura. Dimostra che hai compreso come lei abbia lottato contro forze che andavano oltre il suo controllo. Oltre il suo controllo, Artemisia.
«Ricordi tutto questo?»
«Non potrò mai dimenticarlo. Come gira il volto e solleva le braccia nel tentativo di eludere la loro minaccia? La sera dopo che l’avevi portato qui il suo volto invase i miei sogni come una fiamma. Per il modo in cui allontana lo sguardo da quei vecchi bavosi, che le fanno cenno di stare zitta in modo che non gridi e non li faccia scoprire io allora compresi che tu ti trovavi in pericolo.» «Ho dipinto quel quadro prima che accadesse.»
«Sì, ma io avevo capito che stavi subendo la minaccia di un pericolo, come Susanna. Questa è la grandezza della tua arte, riuscire a proiettare in un capolavoro i tuoi sentimenti e le tue esperienze.»

Il mattino seguente iniziai la Giuditta e Oloferne. Riuscivo a malapena a piegare le dita per stringere il pestello ovoidale e macinare i colori sulla lastra di marmo. La sofferenza non ha importanza. Devo ignorarla, mi dissi. Solo la pittura ha importanza. Graziella mi aveva detto: dipingi fino a eliminare la sofferenza.

Di fronte alla Cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre rimasi impietrita. Su uno sfondo vacuo e brunastro privo di ogni accenno di giardino, Adamo si copriva con le mani il volto piegato. Gli occhi di Eva erano delle ferite vuote, quasi chiusi e dalla bocca spalancata usciva un urlo di angoscia che riecheggiava nei meandri del tempo e mi risuonava nell’anima. Il pathos della loro vergogna mi commosse al punto da rendermi molli le gambe. Mi sorressi alla balaustra di marmo. Tra Eva e me non avvertivo lo iato dei secoli.

 

Mia cara,
se quell’uomo non ti ha allontanato dall’amore di Dio, e non lo ha fatto, allora l’unica cosa che tiene in vita il tuo odio per lui è il tuo pensiero. Solo il tuo orgoglio lo tiene intatto nella tua memoria e nel tuo pennello. Dissolvi il tuo orgoglio e dissolverai il tuo odio. Non è una cosa intelligente essere ancora posseduta dall’odio generato dal dolore. Abbi cura di te, Artemisia. Può sottrarre energia da ciò che tu sai essere il tuo fine. Il fatto che ti causi angoscia significa che hai già scoperto che non è degno dei tuoi maggiori obiettivi e questo, tesoro, è l’inizio dell’umiltà.

Palmira si lamentava davanti alla sua tela. «Non viene bene.»
«Cara, il piacere del dipingere sta esattamente nella sensazione dolorosa di sapere che non sta venendo bene. Così provi qualcos’altro e provi e riprovi, finché ti riesce proprio come vuoi tu. Magari non è perfetta, ma è molto meglio di quando hai cominciato e, quando accade, è una delle sensazioni più esaltanti che esistano, perché te la sei guadagnata.»

«Lo vedi? Tu non manifesti le tue emozioni, né con le parole né con la pittura. Ma le emozioni di un artista sono il cuore incandescente della pittura. Vuoi rimanere per sempre limitata come Agostino? Non sa dipingere le persone perché non ha cuore. Ecco perché non passerà ai posteri. Che hai dentro? Un cuore o solo i vestiti e i sogni? E che cos’è un cuore se non il prodotto dell’immaginazione a favore di un altro? Pensaci. Quale rovente passione spingerà Betsabea a tradire suo marito? Sentilo col tuo corpo.»

Città Isaura

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