Terapia forestale, un libro prezioso di CNR e CAI

Prima di entrare in un bosco attiva i sensi, respira a fondo e bussa con discrezione.
Ti verranno incontro esuberanti cespugli che ti imprigioneranno in un gioioso, diffidente abbraccio.
Si ridurrà la luce.

Comincia così la poesia di Danilo Berton che apre il libro Terapia forestale, a cura di Francesco Meneguzzo e Federica Zabini, pubblicato da CNR Edizioni, realizzato per il Club Alpino Italiano e il Consiglio Nazionale delle Ricerche, in collaborazione con il CERFIT, il Centro Regionale di Riferimento in Fitoterapia presso l’ospedale Careggi a Firenze.
Il libro, disponibile gratuitamente on line, illustra e interpreta in modo originale le esperienze di Terapia forestale condotte da CNR e CAI tra estate e autunno 2020.
Le epidemie e pandemie di origine animale sono strettamente connesse con l’inferenza umana con gli ambienti forestali naturali, in termini di deforestazione, frammentazione, pressione antropica ai margini delle foreste. “I servizi resi dagli alberi al nostro pianeta vanno dal sequestro del carbonio, alla produzione di ossigeno, alla conservazione del suolo e alla regolazione del ciclo delle acque e […] sono i migliori depuratori dell’atmosfera.”

Da sempre, in ogni cultura, fra gli archetipi e i simboli riguardanti non solo la sfera materiale, ma anche quella mentale e spirituale, si trova la foresta (una citazione per tutte, quella di Dante: “mi ritrovai per una selva oscura”). In un’era come la nostra lo studio e la protezione delle aree naturali devono essere considerate priorità collettive per promuovere il benessere delle comunità, per i benefici fisiologici, psicologici, cognitivi, legati alla vita sociale e al benessere spirituale.
Sugli esempi dei “bagni di foresta” si è sviluppata la “terapia forestale”, che in Giappone e Corea del sud è già considerata forma di terapia medica preventiva.

Da uno studio CNR/CAI si sono osservate importanti variazioni percentuali per gli stati d’animo percepiti dai partecipanti: ansia, -79%; depressione, -74%; ostilità, -77%; vigore +13%; fatica, -45%; confusione, -56%.

Le foreste sono le più importanti fonti di COV (Composti di origine volatile) di origine biologica, la cui inalazione ha effetti benefici sulla salute. Alcune semplici indicazioni, per beneficiarne al meglio, sono quelle di trascorrere nella foresta da due a quattro ore camminando per pochi chilometri (2.5-5.0 km) al giorno, praticare solamente un’attività fisica leggera, con pause durante la camminata, rimanere ben idratati, evitare l’uso di dispositivi tecnologici, utilizzare solo sentieri ben definiti e puliti, affidarsi alla guida di esperti.

Un’attenzione particolare viene dedicata al “come” essere nel bosco. “Generalmente – osservano gli autori – ci poniamo nei confronti del bosco con un atteggiamento consumistico: per raccogliere frutti, funghi o bacche, o per arrivare in cima a un monte”. La terapia forestale si basa invece su sei passi essenziali: 1) “come entriamo nel bosco”; 2) indossare l’abito più bello  (il sorriso, la gioia, la leggerezza); 3) camminare consapevolmente; 4) respirare il bosco; 5) usare tutti i sensi; 6) meditare con l’albero.

Gli alberi sono santuari – scriveva Herman Hesse. –  Chi sa parlare con loro, chi sa ascoltarli, conosce la verità.

Ci troviamo di fronte “a un approccio ‘ecologico’ inteso nel più ampio senso possibile: è ecologico, ad esempio, riflettere sul fatto che non esiste una foresta uguale a un’altra, perché ognuna manifesta la sua presenza in natura in modo unico, è ecologico riflettere che non esiste un albero uguale a un altro, né un filo d’erba uguale a un altro. Perfino in questo gli alberi ci sono maestri, riconducendoci a principi di solidarietà, di reciprocità e di comunità, e all’importanza naturale dei legami stretti e familiari, che l’umanità sta perdendo. Entrare nel bosco, assaporandone tutti i significati possibili, può aiutarci ad essere persone migliori, guidate dal grande esempio della natura.”

Da questo testo, ricchissimo di informazioni, apprendiamo dell’esistenza di studi per cui perfino la ricreazione di un ambiente forestale nelle nostre case può avere effetti benefici, grazie a audio-video che riproducono ambienti forestali, alle più avanzate tecniche di realtà virtuale immersiva e alla diffusione in aria di oli essenziali derivati anche da essenze forestali. “Nei test sul recupero dallo stress, lo studioso ha riscontrato che la visualizzazione per 10 minuti di diapositive o video di foreste inducevano il miglioramento di alcuni parametri fisiologici (pressione sanguigna, ampiezze delle onde cerebrali alfa, tensione muscolare) quando ai soggetti venivano mostrate ambientazioni naturali”.

CAI e CNR hanno messo così a punto “un progetto di sviluppo di una rete di stazioni di terapia forestale qualificate sulla base di criteri rigorosi, quindi un’offerta sempre più capillare sia per i frequentatori abituali delle foreste e delle montagne, sia per pazienti indirizzati alla terapia forestale da operatori e strutture sanitarie.” Per questo non solo il CAI metterà a disposizione la rete di sentieri, rifugi e sezioni locali e il CNR le conoscenze derivanti dal processo scientifico, ma i due enti lavoreranno a breve termine per la ricerca e la formazione di personale volontario per questo percorso di sviluppo sociale nelle Terre Alte del nostro Paese. Il tutto in un’interazione con enti locali e parchi regionali e nazionali.

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Città Isaura

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