Sabrina Giarratana: la poesia è una lingua che respira più delle altre

Primo respiro, lieve e profondo
Sei benvenuto in questo mondo
A respirare questa tua vita
Alito fresco sulle tue dita
Senti il respiro di alberi e fiori
Respira dentro, respira fuori
Respira il seme, respira il frutto
E il tuo respiro si unisce a tutto.

Inizia con questi versi del “Canto del primo respiro” lo scritto di Sabrina Giarratana per “Il senso del respiro”. Il tema le era già molto caro, ma in quest’occasione ha scandagliato ancora di più, attraverso la metafora del respiro e i ricordi di bambina, di madre, di donna, la sua esperienza di ascoltatrice e di narratrice di storie. “La narrazione ci dà, fin da quando siamo piccoli e per tutte le età della nostra vita, – scrive Sabrina – la possibilità di ‘essere con l’altro’, di ‘respirare il suo respiro’, sia che noi siamo il narratore sia che noi siamo l’ascoltatore. […] Sono stata una bambina timida e silenziosa, che faceva fatica a tirare fuori la propria voce, così ho passato molto più tempo a ‘inspirare storie’ e a trattenerle dentro di me, che a ‘espirarle’.”

Nata a Bologna nel 1965, da mamma olandese e papà siciliano, da bambina ha viaggiato tra l’Olanda e la Sicilia e ha ascoltato diverse lingue, così è nato il suo amore per i viaggi e per le parole. Ha lavorato per vent’anni come copywriter, abitando a Roma, Milano, Bologna e in Costa Rica, prima di dedicarsi ai libri per bambini e per ragazzi. Il suo primo libro, Amica Terra, è entrato fra i White Ravens 2009, selezione annuale dei migliori 250 libri al mondo per ragazzi.
Fra i numerosi premi letterari vinti, il Premio Rodari, con Poesie di luce (Motta junior Giunti), nel 2015.

Nel suo intervento a Torino Spiritualità Sabrina ha detto che “il respiro è una di quelle cose su cui la maggior parte delle persone non si ferma a riflettere. E allora quando ti trovi a dover raccontare ti si spalanca qualcosa a cui sei assolutamente impreparato. Io stessa alla prima richiesta di scrivere ho detto “Ci penso”. Quello che mi è piaciuto di questa richiesta è che non ci è stato richiesto di scrivere un saggio, ma solo di raccontare. Per me da bambina il respiro era soprattutto sentire gli odori e mi accorgevo del respiro quando mi mancava. Non mi sono fatta molte domande sul mio respiro fino a quando non mi sono trovata ad attenere la mia prima figlia.”
E’ lì – come scrive nel suo capitolo del libro, dal titolo “Respiro, narrazione e infanzia” – che ha scoperto, durante lo yoga in gravidanza, il canto carnatico e ha preso coscienza dei benefici a livello fisico della respirazione e del canto insieme. E, proprio sulla base dell’esperienza della maternità sono nati i suoi primi libri “dopo anni di letture ad alta voce ai miei figli. […] Leggere ad alta voce è come sognare ad alta voce, essere tutti i bambini, le donne, gli uomini, le creature possibili, le voci, le storie, sentire il battito del cuore del mondo.” E, fra le forme di scrittura, quella che predilige è la poesia, che considera “la più ecologica delle lingue, una lingua senza sprechi di parole, una lingua che respira più delle altre“.

Di Sabrina Giarratana, di cui rimandiamo al sito personale potete ascoltare queste Pillole di gioia lette da Michela Cesaretti Salvi, grazie alla quale ho scoperto questa scrittrice: Due filastrocche sulla scuola del futuro e Filastrocche della scuola nel mare e nel bosco.

(Nella foto di Bruno Rizzato Sabrina Giarratana a Torino Spiritualità)

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Città Isaura

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